Giorni fa, ero al lavoro ed, improvvisamente, mi è ritornato alla mente qualcosa successo più di venti anni fa.
Un fatto che avevo totalmente rimosso dalla mia memoria per moltissimo tempo; ricordo che quando ero più piccolo, a volte ci ripensavo.
E’ qualcosa che è successo all’epoca delle elementari.
Un giorno invitai un mio compagno di classe a trascorrere il pomeriggio a casa mia, per stare un pò assieme. Per giocare. Ad un tratto, pronunciò parole dette dal nostro maestro che si rivolgeva a me: ero addormentato.
Si riferiva mentalmente.
Questo mio amico ebbe la grande idea di gridarlo davanti ai miei genitori ed a sua madre, suscitando la reazione incuriosita e perplessa di mia madre. Proprio mentre sto scrivendo, ho avuto un altro “flash-back”. Non appena gli ospiti uscirono di casa, mia madre si rivolse a me chiedendomi spiegazioni. Le risposi che era dovuto a stanchezza e che a volte mi sentivo molto assonnato a lezione.
Ricordo che mentre il mio compagno di classe pronunciava quelle parole, io sprofondavo sulla sedia, muovendo frettolosamente sul tavolo una macchina costruita con i lego e accumulando tanta rabbia dentro, reagendo come al mio solito in queste occasioni: ignorandolo.
E’ davvero tanto strano come sia ritornato in mente questo ricordo, che avevo totalmente rimosso dalla memoria.
A ripensarci adesso, il mio maestro aveva a volte ragione.
E’ vero che mi sento mentalmente addormentato, come se non avessi la prontezza di elaborare un pensiero o di capire cosa mi viene detto, oppure di non prestare la giusta attenzione alle cose che faccio. Proprio come quando si dice ad una persona di svegliarsi perchè non arriva a comprendere anche delle banalità.
Se ripenso agli anni delle elementari, le cose che ora mi sembrano semplici, all’epoca mi erano davvero pesantissime e difficilissime. Non sapevo riassumere, non ricordavo, non riuscivo ad assimilare i concetti teorici di storia e geografia. Facevo una fatica da matti ed avevo sempre la necessità di farmi spiegare le cose da mia madre, come con una seconda lezione. Al mattino presto, quando mio padre si alzava dal letto alle 7 per andare al lavoro, io mi intrufolavo nel lettone e chiedevo a mia madre di ripetere nuovamente tutto ciò che avevamo fatto la sera precedente perchè non lo ricordavo. E se capitava di essere interrogato a scuola, inventavo la scusa di sentirmi malissimo di pancia e mi facevo venire a prendere. E’ successo una volta, anche questo è un ricordo che avevo totalmente rimosso! Interrogazione di geografia in terza elementare, un’interrogazione a sorpresa. Ho avuto un’infinità di paura e ho cominciato a piangere, fingendo di star male! Ho cominciato a piangere come infinite altre volte in cui è successo alle scuole elementari e medie, tanto da farmi dare l’appellativo di “cocco piagnone” da coloro che pensavo fossero miei buoni amici, avendo trascorso con loro ben 20 anni delle nostre vite.
Fino a sentirmi dire da lei che un uomo non deve piangere, mi verrebbe da aggiungere.
Penso che questi fatti abbiano un’estrema importanza nel tentativo di capire da dove hanno origine le mie paure, incertezze e incapacità.
So già che arriverò a dire che sarà colpa della mia famiglia, dei miei genitori e delle mie sorelle in particolare.
Ancora adesso, a quasi 30 anni, mi sento a volte addormentato come allora. Ancora oggi, quelle tensioni che provocavano quelle reazioni, hanno un effetto deleterio su di me.
Non è più possibile ed accettabile.
giovedì 16 aprile 2009
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