Non credo che riuscirò a metter fine allo stato d'animo di questi ultimi 6 mesi.
Non riesco a mettere in pratica la soluzione più semplice che possa esistere al mondo.
Parlare.
Non trovo l'interloculore più giusto ed adatto.
Sto lasciando sfuggire tutto e tutti, sto vivendo lontano da qualsiasi attività perchè è l'unico modo per non sapere nulla su ciò che fanno gli altri. Il vecchio detto occhio non vede, cuore non duole rende benissimo l'idea.
Se la mia vita e quella degli altri prima viaggiavano su binari paralleli, da un pò di tempo a questa parte stanno divergendo spropositatamente e con apparente mancanza di soluzione di riavvicinamento.
Se l'estate è il periodo in cui la stragrande maggioranza delle persone esce e si svaga, io rimango serrato in casa e penso solamente a quanto sto vivendo. Gli altri si divertono, io no.
Se qualcuno tenta di chiedermi il perchè del mio stato d'animo, io glisso barbinamente.
Se gli altri cercano di stare insieme, io cerco la totale solitudine ed il distacco dal mondo.
Distacco.
Disagio.
Nella vita privata; nella vita sociale; sul lavoro; dovunque.
Sono queste le parole che mi attanagliano da 6 mesi ad oggi e non le levo via dalla mia pelle.
Basterebbe un niente, lo so benissimo, ma è proprio quel niente che non si materializza e crea un circolo vizioso.
E' quel niente che farebbe cambiare tutto e che distruggerebbe ogni malignità in un sol colpo.
Credo sia arrivato il momento di premere il tasto RESET e cambiare ancora una volta.
Senza risolvere la condizione attuale, cioè percependo sempre sofferenza.
Senza fine.
venerdì 22 luglio 2011
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