domenica 20 settembre 2009

Chi non rischia non vive

E' tantissimo che non scrivo sul mio blog.
Sono stato in ferie dal giorno dopo l'ultima mia pubblicazione.
Ho trascorso delle ottime, se non indimenticabili, vacanze in Russia; ho avuto modo di veder pubblicato un racconto sul mio viaggio; sono stato ad una scuola di aggiornamento ad Urbino per una settimana.
Ho meditato, ho maturato altro nella mia testa e prima o poi, con calma, riuscirò a metterle per scritto in questo mio spazio tutto personale.

Per ora, voglio pubblicare un articolo di Francesco Alberoni apparso sul Corriere della Sera del 14 settembre. Mi trovavo ad Urbino, quando ho notato sul giornale questo bellissimo intervento. Sono solito leggere i suoi pezzi, sono spesso d'accordo con quanto egli scrive.
Aggiungo anche che in passato avevo pubblicato un mio post dal titolo "Rischiare" ed i concetti non mi sembrano tanto lontani da quelli che lui vuole esprimere qui.




L' amore è rischio, il sesso no

Ma chi non rischia non vive

Nella seconda metà dell' Ottocento la sessualità era nascosta, proibita, rimossa. Guardando l' arco isterico delle pazienti di Charcot, il giovane Freud ha subito pensato che fosse provocato da un desiderio sessuale che, non potendo soddisfarsi, si esprimeva nel corpo. Invece si poteva parlare e scrivere a piacimento di amore. C' è una continuità ideale fra libri come «Anna Karenina», «Cime tempestose» e film come «L' amore è una cosa meravigliosa» e «Un uomo una donna» di Truffaut. Ma oggi troviamo sempre meno romanzi e film che hanno al loro centro un grande amore appassionato. In compenso sono più diffusi l' erotismo e il sesso senza amore. Nella vita reale ci sono ragazze che a trent' anni hanno avuto esperienze sessuali che le loro madri non avrebbero nemmeno potuto immaginare, però non hanno ancora vissuto un grande amore. Non hanno trovato l' uomo giusto o si sono inibite, frenate. E come se fosse avvenuto un rovesciamento del rapporto sessualità-amore. Prima era pericolosa la sessualità (per il rischio di una maternità indesiderata) e quindi veniva controllata e repressa. Oggi è più rischioso abbandonarsi all' amore perché può farti molto soffrire. Soprattutto da quando la sessualità è libera e la fedeltà non viene più considerata una virtù e un dovere essenziale. La psicoanalisi ci dice che quando un impulso è stato rimosso, si manifesta attraverso sintomi sostitutivi. L' arco isterico era il sostituto di un desiderio sessuale proibito. Ci sono dei sostituti dell' amore appassionato rimosso? Nel libro «Il nuovo mondo» di Aldous Huxley, dove tutto veniva pianificato e non esisteva l' innamoramento, il suo bisogno inconscio veniva soddisfatto con una «iniezione di passione violenta». Nel nostro tempo c' è qualcosa che corrisponde alla «iniezione di passione violenta»? Ho l' impressione di sì: la ricerca dell' eccitamento parossistico della discoteca, la sfrenatezza dei rave party, l' annullamento di se stessi nello sballo, le orge e, più in generale, lo stato indotto da droghe. Una volta separato dall' amore, il sesso diventa facile mentre l' amore diventa difficile e viene sostituito con stati parossistici artificiali. Qualcuno come Attali prevede la scomparsa dell' amore esclusivo. Alcuni neuropsicologi cercano farmaci per accendere e spegnere l' amore. Personalmente credo che siano tutte strade che impoveriscono la nostra umanità. L' amore è rischio, ma chi non si prende questo rischio non vive.

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