E' la frase finale di un film che adoro terribilmente: "Into the wild".
La trovo più che perfetta come filosofia di vita ed i miei desideri tendono essenzialmente a questo: condividere. Non sempre mi riesce, specialmente se c'è "confusione" e "precarietà" nella situazione in cui i miei piedi battono il terreno. Ho necessità di sentire sicurezza attorno a me.
Sarà stata la condivisione di piaceri e, mi auguro, di sentimenti a farmi pensare continuamente alla sera di venerdì, trascorsa in compagnia della mia "assassina", a casa sua.
Due ore che si sono rivelate troppo poche per tutto ciò che desideravo da lei, ma che ho dovuto farmele bastare in quel momento ... poi, ho continuato a goderne per conto mio tutto ieri ed ancora oggi e chissà per quanto ancora nei prossimi giorni.
Difficilissimo staccare i miei pensieri da lei, adesso: mi prende d'impeto.
Venerdì sera, abbiamo condiviso due e più momenti d' intimità "fuori dal normale", nella mia scarsa esperienza. Qualcosa di estremamente buffo ed eccitante al contempo.
Non descriverò nessun dettaglio, riguarda solo me e lei.
Non ho saputo trattenere il mio piacere ed entusiasmo in questi due giorni e ho sentito la pulsione di raccontarglielo. In passato, non sarebbe mai successo: mi sarei tenuto tutto dentro per paura di dire qualcosa di male e sbagliato. Non avevo tutti i torti: giorni dopo, ero certo che avrei ricevuto la mia bastonata sentimentale, facendomi sentire un verme e stando malissimo, nonostante mi venisse detto che "non è idiota chi esprime i propri sentimenti". Quelle bastonate significavano di non innamorarmi di lei perchè non sarebbe nato null'altro.
Oggi, la questione non mi importa più: preferisco esprimere me stesso e ciò che provo piuttosto che tenermela tutta per me, nonostante tra me e lei non ci sia e non ci sarà una relazione "ufficiale" e stabile. Nonostante anche lei mi abbia detto di non innamorarmi.
Io, ora, me ne fotto e decido per i fatti miei.
Voglio farle sapere di esser felice perchè lei ha contribuito in misura consistente al mio attuale stato, tutto il resto non importa. Quando, poi, tutto questo inevitabilmente finirà, allora ripenserò a star male.
Malissimo, anzi.
Nell'attesa di trovare quella persona a cui piaccia pensarla come me e a cui piaccia godere di ciò che vive per il maggior "sempre" possibile: perchè amare è piacere, non dolore, non bastonate.
Curioso che poi mi venisse chiesto "Perchè me lo dici?" o "Lo senti veramente?"
domenica 26 settembre 2010
mercoledì 1 settembre 2010
Palestra di vita
Sembra strano come, a distanza di tre anni, mi sia riiscritto nuovamente in palestra, con le stesse identiche motivazioni di allora: sfogarmi.
Non tanto per eliminare lo stress da lavoro e da una vita che vivo freneticamente, sebbene esternamente dimostri di essere una persona tranquilla.
Lo sfogo in questione è stato ed è, ancora una volta, di tipo sentimentale.
Quando tre anni fa partii per le vacanze estive, percepivo dentro di me che la vita, una volta rientrato a Ferrara, sarebbe completamente cambiata: avrei cominciato a soffrire per il muro di silenzio eretto da quella persona che aveva strizzato il mio cuore, fatto a spezzatino e cucinato a fuoco lentissimo per due lunghissimi anni.
E' stato veramente istintivo iniziare l'attività di muscolazione; in passato, prima di allora, avevo tentato un paio di volte a frequentare l'ambiente ma dopo neanche un mese la voglia di continuare era svanita.
Nel caso di tre anni fa, la vicenda era diversissima. Sentivo che se non avessi proseguito, non sarei stato in grado di svolgere le imminenti scadenze che stavano presentandosi nella mia vita. Dopo tre settimane "preparatorie" di allenamento fatte nel mio paese d'origine ... l'accanimento allo sport è arrivato appena rientrato a Ferrara.
E' bastato rivederla al lavoro solo al primo giorno per farmi andare giù di melone.
Alla palestra, accostai immediatamente il corso di salsa cubana e di fitness. Da allora, tutti i giorni, domenica escluso, compivo un paio d'ore di sfogo al giorno, non un paio d'ore di allenamento. VIVEVO solo per loro, in particolare per il ballo, per cui ad ogni ora del giorno mi ubriacavo di musica latinoamericana ascoltata con l'auricolare bluetooth collegato al mio cellulare, anche mentre lavoravo sotto cappa.
Nonostante tutto, per due mesi non ho avuto nessuno stimolo nel montare una reazione, scrivevo a fatica l'opera più importante del mio dottorato, la tesi, durata cinque faticosissimi mesi, in cui tutto mi sembrava degno di esser mandato all'aria.
Penso sempre a come sarei adesso se non mi fossi sfogato fisicamente, in quei giorni.
Lo sport lo vedo come un toccasana per i momenti difficili da superare.
Per ben 9 mesi di fila, sono stato bravo nel mantenere questo ritmo, fino al mio trasferimento "forzato" da Ferrara a Siena. I nuovi ritmi lavorativi, serrati e legati al cartellino delle timbrature, sono stati più forti e mi hanno allontanato ancora una volta da me, lasciandomi rimuginare e arrovellare nei miei pensieri.
A distanza di tre anni, qualche giorno fa la donna descritta nei post sottostanti, mi ha sparato con un proiettile d'argento, dritto al cuore. Era necessario, purtroppo. Una lunga relazione estiva, da giugno a fine agosto (repetita iuvant, eh!), ha segnato per la seconda volta la mia vita sentimentale. Fortunatamente, questa volta nel segno del bene: non ci sono muri di silenzio, al lavoro riusciamo a parlare seppur pochissimo, i contatti via sms li manteniamo ma chissà ... per quanto tempo si manterranno ... con che "qualità" ... e se si manterranno anche i contatti più personali e privati, i più rischiosi come li definisco. Perchè la posta in ballo in quegli incontri è altissima e la mancanza si fa sentire come una carogna.
Ecco perchè, spinto dalla testa a rinunciare ad iscrivermi, contando le poche volte che riuscirò ad andare in palestra a causa degli impegni di lavoro, mi sono lasciato trascinare dal cuore che mi ha detto di riprendere a sfogarmi.
Maledetta mancanza, non maledetta primavera.
Non tanto per eliminare lo stress da lavoro e da una vita che vivo freneticamente, sebbene esternamente dimostri di essere una persona tranquilla.
Lo sfogo in questione è stato ed è, ancora una volta, di tipo sentimentale.
Quando tre anni fa partii per le vacanze estive, percepivo dentro di me che la vita, una volta rientrato a Ferrara, sarebbe completamente cambiata: avrei cominciato a soffrire per il muro di silenzio eretto da quella persona che aveva strizzato il mio cuore, fatto a spezzatino e cucinato a fuoco lentissimo per due lunghissimi anni.
E' stato veramente istintivo iniziare l'attività di muscolazione; in passato, prima di allora, avevo tentato un paio di volte a frequentare l'ambiente ma dopo neanche un mese la voglia di continuare era svanita.
Nel caso di tre anni fa, la vicenda era diversissima. Sentivo che se non avessi proseguito, non sarei stato in grado di svolgere le imminenti scadenze che stavano presentandosi nella mia vita. Dopo tre settimane "preparatorie" di allenamento fatte nel mio paese d'origine ... l'accanimento allo sport è arrivato appena rientrato a Ferrara.
E' bastato rivederla al lavoro solo al primo giorno per farmi andare giù di melone.
Alla palestra, accostai immediatamente il corso di salsa cubana e di fitness. Da allora, tutti i giorni, domenica escluso, compivo un paio d'ore di sfogo al giorno, non un paio d'ore di allenamento. VIVEVO solo per loro, in particolare per il ballo, per cui ad ogni ora del giorno mi ubriacavo di musica latinoamericana ascoltata con l'auricolare bluetooth collegato al mio cellulare, anche mentre lavoravo sotto cappa.
Nonostante tutto, per due mesi non ho avuto nessuno stimolo nel montare una reazione, scrivevo a fatica l'opera più importante del mio dottorato, la tesi, durata cinque faticosissimi mesi, in cui tutto mi sembrava degno di esser mandato all'aria.
Penso sempre a come sarei adesso se non mi fossi sfogato fisicamente, in quei giorni.
Lo sport lo vedo come un toccasana per i momenti difficili da superare.
Per ben 9 mesi di fila, sono stato bravo nel mantenere questo ritmo, fino al mio trasferimento "forzato" da Ferrara a Siena. I nuovi ritmi lavorativi, serrati e legati al cartellino delle timbrature, sono stati più forti e mi hanno allontanato ancora una volta da me, lasciandomi rimuginare e arrovellare nei miei pensieri.
A distanza di tre anni, qualche giorno fa la donna descritta nei post sottostanti, mi ha sparato con un proiettile d'argento, dritto al cuore. Era necessario, purtroppo. Una lunga relazione estiva, da giugno a fine agosto (repetita iuvant, eh!), ha segnato per la seconda volta la mia vita sentimentale. Fortunatamente, questa volta nel segno del bene: non ci sono muri di silenzio, al lavoro riusciamo a parlare seppur pochissimo, i contatti via sms li manteniamo ma chissà ... per quanto tempo si manterranno ... con che "qualità" ... e se si manterranno anche i contatti più personali e privati, i più rischiosi come li definisco. Perchè la posta in ballo in quegli incontri è altissima e la mancanza si fa sentire come una carogna.
Ecco perchè, spinto dalla testa a rinunciare ad iscrivermi, contando le poche volte che riuscirò ad andare in palestra a causa degli impegni di lavoro, mi sono lasciato trascinare dal cuore che mi ha detto di riprendere a sfogarmi.
Maledetta mancanza, non maledetta primavera.
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