Il mio voto medio agli scritti d’italiano era sempre attorno al cinque. Ricordo bene le uniche due volte in cui ho ricevuto voti soddisfacenti: sono accadute in terza media e in seconda liceo. Erano temi che non prevedevano il commento ad un brano letterario; erano tracce che riguardavano gli interessi personali: il programma tv preferito e il tempo libero, rispettivamente. Quest’ultimo scritto lo ricordo particolarmente bene perchè la mia professoressa era solita lasciare un commento, prima di segnare quel numero con il suo pennarello rosso. Scrisse: “Finalmente, questo è l’Andrea che voglio vedere uscire dagli scritti. 7 e mezzo”.
Allora, non avevo una precisa idea di come organizzare un tema, non sapendo dare corpo alle idee. Vivevo costantemente l’esperienza del “non so cosa scrivere”, ma era vero! Giravo attorno alle parole della traccia, parlando in modo generale e senza apportare un mio pensiero, una mia emozione o un’esperienza vissuta direttamente in prima persona. Riguardandomi con gli occhi di oggi, posso certamente affermare che ero incapace. Non sapevo affatto cogliere il vero senso di quelle tracce e non avevo affatto vissuto il mondo che mi circondava. Ero terribilmente passivo.
Quando è successo di sapere cosa scrivere, “stranamente” ottenevo risultati sorprendenti.
È una costante: meravigliarmi per qualcosa di estremamente N O R M A L E, quale è esprimersi.
Per me, non è affatto normale.
Lo dimostro in questo periodo. Sto vivendo in modo particolarmente chiuso da molte settimane. Non ho voglia di stare vicino a nessuno, ne in casa ne al lavoro; se capita di organizzare un’uscita con gli amici-colleghi, non dico di no a priori ma, una volta con loro, non apro bocca. E si che lo notano. Se anche provassero a chiedermi qualcosa su come sto, glisserei e direi che non c’è nulla di particolare che mi sta capitando. Al lavoro, da quando entro fino a quando esco, piego la schiena sotto cappa, lo faccio anche male, e non vedo gli altri.
Probabilmente, ho quella voglia di esprimermi come in quei due temi, ho voglia di parlare di me ma l’ambiente e le persone con cui mi frequento, in questo momento, non riescono a soddisfare il mio desiderio.
Mi ritrovo ancora una volta a "non saper cosa ... dire".
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