Gran rabbia oggi al lavoro.
Avrei voluto non sentire "di nascosto" quanto veniva detto dal mio capo e da un senior al mio collega di lavoro nonchè amico conosciuto a Ferrara.
Io ero ad evaporare del solvente alle spalle della scena: la cappa dove il mio amico stava lavorando.
Il mio capo lo cercava per dirgli e chiedergli qualcosa. Parte di quel discorso me lo ha riferito il mio stesso amico, dato che non trattiene nulla dei discorsi che lo riguardano.
Il discorso è partito dalla conferma di Michele sul posto di lavoro. In questi giorni scadrà il suo periodo di prova di tre mesi e son contento per lui che non lo mandino via, evento raro ma non impossibile visto che una sola volta è accaduto da quando ci sono anch'io in quest'ambiente.
I discorsi successivi riguardavano una sua carissima amica, la stessa che l'ha invitato a candidarsi in università a Ferrara. Lui sta cercando di farla rientrare in Italia, spargendo il CV al lavoro, in modo da potersi accaparrare un contratto di sostituzione di maternità, dato che in questo periodo ci sono due ricercatrici in stato interessante. Gli hanno chiesto come conosceva la ragazza, come lei l'avesse fatto arrivare dal mio prof e di cosa si stava interessando in ambito lavorativo.
Poi, dalla mia postazione al rotavapor, non so come il mio capo ha tirato fuori il discorso sul mio vecchio ricercatore con il quale ho avuto il piacere e l'orgoglio di lavorarci assieme per quasi tre anni e con il quale ho stretto un certo legame di confidenza, non profondo ma comunque buono.
Ha chiesto qualcosa sul suo attuale progetto di ricerca, di quanto se ne intendesse e cose così.
Ripeto, i nessi tra i tre discorsi non li ho ascoltati.
Mi ha fatto davvero tanta rabbia che queste domande sul progetto del mio vecchio ricercatore fossero state rivolte a lui e non a me.
Mi ha fatto credere che non sia mai stato a Ferrara, come se le mie memorie fossero state frettolosamente cancellate, come se io non potessi sapere nulla di quanto accada ora in dipartimento. Questo mi ha rattristato veramente tanto.
Loro non sanno, invece, che io sto aiutando nei limiti delle mie possibilità il mio vecchio ricercatore per trovargli un partner aziendale da dedicare al suo progetto di ricerca, mandandogli proprio il contatto del mio capo per potergli illustrare il progetto in corso.
Mi sono sentito ancora una volta estremamente poco considerato dalla parte di chi detiene il comando, perchè già in passato avevo proposto un contatto tra le due parti e perchè "my boss" sa che durante il dottorato ho lavorato proprio per e con lui.
E' come se fossi stato tagliato fuori ancora una volta.
Potrei pensare che l' abbia fatto perchè io sono troppo coinvolto nella vicenda o perchè sa fin troppo bene cosa penso del mio carissimo ricercatore, volendo sentire così una campana diversa. Questo però mi sfiducia, mi da il sapore che quello che dico non sia giusto o da prendere in considerazione.
Questo discorso lo ripeteva Lei, quando mi accusava di essere sentimentalmente parziale e fazioso, perchè coinvolto.
Rabbia, rabbia e rabbia!
martedì 27 ottobre 2009
giovedì 22 ottobre 2009
Qualcosa che [non] c'è
Sono in dubbio se scrivere un'unico commento oppure separarlo in due, data la vastità di parole che scriverò. Intanto inizio, poi deciderò in corsa.
Tra ieri ed oggi sono successe un paio di cose che non mi stanno affatto bene e di cui ne ho risentito parecchio oggi mentre ero al lavoro.
Ieri sera, ho prestato servizio sull'ambulanza, assieme alla solita squadra del mercoledì sera, cioè un uomo ed una ragazza di 19 anni. Ci sono stati solo un paio di casi di una certa importanza. Il primo, una signora anziana caduta in casa con sospetta frattura del femore. Si è pensato un pò sul da farsi prima di prendere la tavola spinale e caricarla sopra, sperando di fare il meno male possibile all'anziana donna. La mia proposta era di usare l'estricatore in posizione invertita, in modo tale da immobilizzare anche il bacino oltre che la gamba. A pensarci ancora meglio, sarebbe stato anche di aiuto l'uso della barella a cucchiaio per posizionarla sulla tavola spinale.
Noto solo adesso che la manovra dell'estricatore è quella suggerita nel manuale che ci avevano fornito durante il corso. Bene, proprio a questo volevo arrivare con il discorso: ancora una volta suggerisco qualcosa di corretto ma non viene preso minimamente in considerazione.
Difatti, la risposta che mi viene data dalla ragazza è che l'estricatore non serve a nulla perchè non immobilizza l'arto fratturato. Si fa come dicono loro.
E uno.
Secondo caso. Incidente stradale sulla Siena-Firenze. Fortunatamente nulla di grave all'unica persona coinvolta nell'accaduto, tant'è che lo abbiamo trovato fuori dalla macchina al lato della strada. Dell'incidente di per sè niente da dire ... solo qualcosa che è accaduto durante il tragitto verso l'ospedale. Alla domanda della vittima sulla quantità di fila e d'attesa, stavo rispondendo che di solito con l'ambulanza c'è una certa priorità e che si avanza lungo la fila. Neanche il tempo di dire la metà di questo pensiero che subito vengo zittito e invitato, sempre dalla ragazza, a non rispondere mai in questo modo per evitare che i furbi se ne approfittino.
Come se già non lo facessero o non si sapesse.
Ancora una volta, una mia opinione stroncata di netto.
Con due aggravanti.
La prima, che mi faccio mettere i piedi in testa anche da una ragazza di 19 anni che per quanta esperienza da soccorritrice possa avere (1, 2 anni al massimo), non ne ha di vita.
La seconda, è che io stesso lo lascio permettere e non faccio/dico nulla in risposta!
Non so se per evitare di attaccare liti (il che è probabile) o per lasciar spazio alla prepotenza e all'incapacità di ascolto da parte delle persone.
Sta di fatto, che queste situazioni aumentano solo il mio malessere, ancor di più perchè ne sono ormai pienamente cosciente e consapevole.
Grazie alla mia famiglia, che si è sempre comportata in questo modo nei miei confronti e che non mi ha dato modo di difendermi nella giusta maniera.
L'avvenimento di oggi, invece, ha luogo sul lavoro. Purtroppo, oggi per la prima volta ho combinato un serio danno ad uno strumento. Nulla di irreparabile o di estremamente costoso, l'unico fastidio è stato solo una lunga attesa e ben tre persone che si sono adoperate per risistemarlo. Non mi sono sentito in colpa per l'accaduto, è stato un incidente ed una disattenzione certo ma, proprio per definizione di incidente, cioè qualcosa di imprevedibile ed involontario, non ho provato sensi di colpa. Ripeto, solo fastidio per il disagio creato, ed essermi "messo in mostra" in questo modo.
Non so perchè ma a questo incidente ho collegato la mia vita da bambino. Se fosse successo in casa un fatto del genere, sarebbero volate grida e mazzate dure. Ed ho ripensato a quando andavo in bicicletta e magari cadevo, proprio per incidente. L'unica cosa che mi ricordo è che avrei avuto il terrore di tornare a casa e farmi vedere ferito e con i pantaloni strappati perchè sarebbero volate botte pesanti. E' successo tante volte.
Ovvio che non accade più ora, alla mia età, e ci mancherebbe pure! Ma ho pienamente compreso come la mia famiglia mi abbia troppo negativamente influenzato il carattere. Come altre istituzioni sociali.
L'introversione, la mancanza di fiducia in me stesso, il non farsi ascoltare e il non rispettare le mie idee, le mie aspirazioni, i miei desideri. Ci credo che ho sempre vissuto una situazione difficile con tutti quelli con cui coabitavo sotto lo stesso tetto di casa! Ci credo che ero insistente quando volevo stare in compagnia dei miei fratelli perchè desideravo la loro presenza e considerazione e invece finiva sempre a botte!
Quando ero a Ferrara, avevo cambiato molto sull'introversione e stavo iniziando a lavorare con minimi successi sugli altri aspetti.
Mi rendo conto che qui a Siena ho fatto un lungo e spaventoso balzo all'indietro. "Casus belli" è stata anche la vicenda sentimentale di due anni fa che ha frantumato tutto il lavoro compiuto.
Per questo, non voglio far altro che viaggiare, stare solo con me stesso e dare libero sfogo alle mie volontà senza che nessuno si permetta di dirmi cosa fare e non fare.
La conseguenza di tutto ciò è che, nonostante abbia il desiderio di avere qualcuno vicino, non riesco più a sopportare la presenza degli altri perchè "prevaricatori".
Banalità, quale vedersi superati come se si fosse trasparenti mentre controllavo una lastra cromatografica !
Ho pensato subito alle parole della canzone di Elisa, "Qualcosa che non c'è" :
E la velocità
I passi svelti della gente
La disattenzione
Le parole dette senza umiltà
Senza cuore
così
Solo per far rumore
Ancora una volta, mi sono domandato cosa ci sia di "sbagliato" in me, cosa non mi permette di essere felice e di esprimermi come desidero, senza blocchi psicologici, senza provare senso di inadeguatezza.
Vorrei tanto vedere solo il sole, non smettere di sognare ma è da un bel pezzo che non credo più a queste frottole !!!!
Vorrei gratificazione !!!!
Vorrei solo riavere vicino quelle poche persone, ma fidatissime; nessuno della mia famiglia se non mio fratello maggiore che, per ironia della sorte, è l'unico che ha vissuto poco in famiglia, in mia presenza.
Voglio rompere questo muro di silenzi e di solitudini che mi sto creando attorno, possibile solo che non riesca a trovare persone giuste che mi aiutino in tutto ciò?
Mi è stato detto che da soli non si va avanti; purtroppo è ciò che sto facendo da un mucchio di tempo a questa parte e la pentola a pressione non regge ormai più.
Tutto questo tempo a chiedermi Cos'è che non mi lascia in pace Tutti questi anni a chiedermi Se vado veramente bene Così Come sono Così Così un giorno Ho scritto sul quaderno Io farò sognare il mondo con la musica Non molto tempo Dopo quando mi bastava Fare un salto per Raggiungere la felicità E la verità è che Ho aspettato a lungo Qualcosa che non c'è Invece di guardare il sole sorgere Questo è sempre stato un modo Per fermare il tempo E la velocità I passi svelti della gente La disattenzione Le parole dette Senza umiltà Senza cuore così Solo per far rumore Ho aspettato a lungo Qualcosa che non c'è Invece di guardare Il sole sorgere E miracolosamente non Ho smesso di sognare E miracolosamente Non riesco a non sperare E se c'è un segreto E' fare tutto come Se vedessi solo il sole Un segreto è fare tutto Come se Fare tutto Come se Vedessi solo il sole Vedessi solo il sole Vedessi solo il sole E non Qualcosa che non c'è
Tra ieri ed oggi sono successe un paio di cose che non mi stanno affatto bene e di cui ne ho risentito parecchio oggi mentre ero al lavoro.
Ieri sera, ho prestato servizio sull'ambulanza, assieme alla solita squadra del mercoledì sera, cioè un uomo ed una ragazza di 19 anni. Ci sono stati solo un paio di casi di una certa importanza. Il primo, una signora anziana caduta in casa con sospetta frattura del femore. Si è pensato un pò sul da farsi prima di prendere la tavola spinale e caricarla sopra, sperando di fare il meno male possibile all'anziana donna. La mia proposta era di usare l'estricatore in posizione invertita, in modo tale da immobilizzare anche il bacino oltre che la gamba. A pensarci ancora meglio, sarebbe stato anche di aiuto l'uso della barella a cucchiaio per posizionarla sulla tavola spinale.
Noto solo adesso che la manovra dell'estricatore è quella suggerita nel manuale che ci avevano fornito durante il corso. Bene, proprio a questo volevo arrivare con il discorso: ancora una volta suggerisco qualcosa di corretto ma non viene preso minimamente in considerazione.
Difatti, la risposta che mi viene data dalla ragazza è che l'estricatore non serve a nulla perchè non immobilizza l'arto fratturato. Si fa come dicono loro.
E uno.
Secondo caso. Incidente stradale sulla Siena-Firenze. Fortunatamente nulla di grave all'unica persona coinvolta nell'accaduto, tant'è che lo abbiamo trovato fuori dalla macchina al lato della strada. Dell'incidente di per sè niente da dire ... solo qualcosa che è accaduto durante il tragitto verso l'ospedale. Alla domanda della vittima sulla quantità di fila e d'attesa, stavo rispondendo che di solito con l'ambulanza c'è una certa priorità e che si avanza lungo la fila. Neanche il tempo di dire la metà di questo pensiero che subito vengo zittito e invitato, sempre dalla ragazza, a non rispondere mai in questo modo per evitare che i furbi se ne approfittino.
Come se già non lo facessero o non si sapesse.
Ancora una volta, una mia opinione stroncata di netto.
Con due aggravanti.
La prima, che mi faccio mettere i piedi in testa anche da una ragazza di 19 anni che per quanta esperienza da soccorritrice possa avere (1, 2 anni al massimo), non ne ha di vita.
La seconda, è che io stesso lo lascio permettere e non faccio/dico nulla in risposta!
Non so se per evitare di attaccare liti (il che è probabile) o per lasciar spazio alla prepotenza e all'incapacità di ascolto da parte delle persone.
Sta di fatto, che queste situazioni aumentano solo il mio malessere, ancor di più perchè ne sono ormai pienamente cosciente e consapevole.
Grazie alla mia famiglia, che si è sempre comportata in questo modo nei miei confronti e che non mi ha dato modo di difendermi nella giusta maniera.
L'avvenimento di oggi, invece, ha luogo sul lavoro. Purtroppo, oggi per la prima volta ho combinato un serio danno ad uno strumento. Nulla di irreparabile o di estremamente costoso, l'unico fastidio è stato solo una lunga attesa e ben tre persone che si sono adoperate per risistemarlo. Non mi sono sentito in colpa per l'accaduto, è stato un incidente ed una disattenzione certo ma, proprio per definizione di incidente, cioè qualcosa di imprevedibile ed involontario, non ho provato sensi di colpa. Ripeto, solo fastidio per il disagio creato, ed essermi "messo in mostra" in questo modo.
Non so perchè ma a questo incidente ho collegato la mia vita da bambino. Se fosse successo in casa un fatto del genere, sarebbero volate grida e mazzate dure. Ed ho ripensato a quando andavo in bicicletta e magari cadevo, proprio per incidente. L'unica cosa che mi ricordo è che avrei avuto il terrore di tornare a casa e farmi vedere ferito e con i pantaloni strappati perchè sarebbero volate botte pesanti. E' successo tante volte.
Ovvio che non accade più ora, alla mia età, e ci mancherebbe pure! Ma ho pienamente compreso come la mia famiglia mi abbia troppo negativamente influenzato il carattere. Come altre istituzioni sociali.
L'introversione, la mancanza di fiducia in me stesso, il non farsi ascoltare e il non rispettare le mie idee, le mie aspirazioni, i miei desideri. Ci credo che ho sempre vissuto una situazione difficile con tutti quelli con cui coabitavo sotto lo stesso tetto di casa! Ci credo che ero insistente quando volevo stare in compagnia dei miei fratelli perchè desideravo la loro presenza e considerazione e invece finiva sempre a botte!
Quando ero a Ferrara, avevo cambiato molto sull'introversione e stavo iniziando a lavorare con minimi successi sugli altri aspetti.
Mi rendo conto che qui a Siena ho fatto un lungo e spaventoso balzo all'indietro. "Casus belli" è stata anche la vicenda sentimentale di due anni fa che ha frantumato tutto il lavoro compiuto.
Per questo, non voglio far altro che viaggiare, stare solo con me stesso e dare libero sfogo alle mie volontà senza che nessuno si permetta di dirmi cosa fare e non fare.
La conseguenza di tutto ciò è che, nonostante abbia il desiderio di avere qualcuno vicino, non riesco più a sopportare la presenza degli altri perchè "prevaricatori".
Banalità, quale vedersi superati come se si fosse trasparenti mentre controllavo una lastra cromatografica !
Ho pensato subito alle parole della canzone di Elisa, "Qualcosa che non c'è" :
E la velocità
I passi svelti della gente
La disattenzione
Le parole dette senza umiltà
Senza cuore
così
Solo per far rumore
Ancora una volta, mi sono domandato cosa ci sia di "sbagliato" in me, cosa non mi permette di essere felice e di esprimermi come desidero, senza blocchi psicologici, senza provare senso di inadeguatezza.
Vorrei tanto vedere solo il sole, non smettere di sognare ma è da un bel pezzo che non credo più a queste frottole !!!!
Vorrei gratificazione !!!!
Vorrei solo riavere vicino quelle poche persone, ma fidatissime; nessuno della mia famiglia se non mio fratello maggiore che, per ironia della sorte, è l'unico che ha vissuto poco in famiglia, in mia presenza.
Voglio rompere questo muro di silenzi e di solitudini che mi sto creando attorno, possibile solo che non riesca a trovare persone giuste che mi aiutino in tutto ciò?
Mi è stato detto che da soli non si va avanti; purtroppo è ciò che sto facendo da un mucchio di tempo a questa parte e la pentola a pressione non regge ormai più.
Tutto questo tempo a chiedermi Cos'è che non mi lascia in pace Tutti questi anni a chiedermi Se vado veramente bene Così Come sono Così Così un giorno Ho scritto sul quaderno Io farò sognare il mondo con la musica Non molto tempo Dopo quando mi bastava Fare un salto per Raggiungere la felicità E la verità è che Ho aspettato a lungo Qualcosa che non c'è Invece di guardare il sole sorgere Questo è sempre stato un modo Per fermare il tempo E la velocità I passi svelti della gente La disattenzione Le parole dette Senza umiltà Senza cuore così Solo per far rumore Ho aspettato a lungo Qualcosa che non c'è Invece di guardare Il sole sorgere E miracolosamente non Ho smesso di sognare E miracolosamente Non riesco a non sperare E se c'è un segreto E' fare tutto come Se vedessi solo il sole Un segreto è fare tutto Come se Fare tutto Come se Vedessi solo il sole Vedessi solo il sole Vedessi solo il sole E non Qualcosa che non c'è
domenica 18 ottobre 2009
Altoforno
Quanto ho faticato per premere il tasto "invio" sul mio computer, inviandole quattro semplici parole: "ciao, sei impegnata, studi?". Ci avrò messo 20 minuti, oltre a tutto il tempo impiegato a pensare se scriverle o meno.
Chi mi ha tolto la paura della conversazione è stato il prepararsi ad uscire.
Tanto timore nel premere quel tasto, tanto "sollievo" nel non avviare la conversazione.
Fottutissima stranezza.
Come sono impaurito di fronte a situazioni che desidero sperimentare ma che non sono solito vivere.
La cosa buffa è che mi rendo spaventosamente conto di quali siano i miei blocchi eppure non riesco a controllarli e superarli.
Non mi sembra piacevole vivere in questo modo. Non mi permette di essere libero, di esprimere ancora una volta le mie emozioni ed i sentiementi verso altri con la paura di non "esser capito" o, peggio ancora, "deriso".
Già, deriso. A ripensarci bene, mi sa che in tante situazioni della mia vita mi sono sentito in imbarazzo per questo distorto modo di percepire le sensazioni altrui.
Penso che proprio il motivo per cui un'infinità di volte non seguo il mio istinto è proprio dovuto all'alta probabilità di sentirmi deriso. Anche quando ho la certezza assoluta nel rispondere ad una domanda/affermazione, il più delle volte non parlo. Poi, capita di mangiarmi le mani per l'occasione persa.
Avevo imparato a non dare troppa importanza alla "critica" degli altri, giustificandola con la naturale diversità di vedute e di opinione, rispettando l'altro. Quando la faccenda diventa troppo personale ed intima, mi faccio prevaricare dall'ipotetico giudizio altrui, immaginando di considerarmi come un poveraccio, nella migliore delle ipotesi.
Questo lato del mio carattere sarà durissimo a morire, lo vedo come un'ostacolo enorme, un iceberg, di cui la punta rappresenta solo il niente della massa totale da scongelare.
Così, non farò altro che continuare a indurire il cuore verso gli altri e verso me, principalmente. Sarà difficile usare una comune fonte di calore per liquefarlo; dovrò andare direttamente di altoforno, sempre che funzioni.
Chi mi ha tolto la paura della conversazione è stato il prepararsi ad uscire.
Tanto timore nel premere quel tasto, tanto "sollievo" nel non avviare la conversazione.
Fottutissima stranezza.
Come sono impaurito di fronte a situazioni che desidero sperimentare ma che non sono solito vivere.
La cosa buffa è che mi rendo spaventosamente conto di quali siano i miei blocchi eppure non riesco a controllarli e superarli.
Non mi sembra piacevole vivere in questo modo. Non mi permette di essere libero, di esprimere ancora una volta le mie emozioni ed i sentiementi verso altri con la paura di non "esser capito" o, peggio ancora, "deriso".
Già, deriso. A ripensarci bene, mi sa che in tante situazioni della mia vita mi sono sentito in imbarazzo per questo distorto modo di percepire le sensazioni altrui.
Penso che proprio il motivo per cui un'infinità di volte non seguo il mio istinto è proprio dovuto all'alta probabilità di sentirmi deriso. Anche quando ho la certezza assoluta nel rispondere ad una domanda/affermazione, il più delle volte non parlo. Poi, capita di mangiarmi le mani per l'occasione persa.
Avevo imparato a non dare troppa importanza alla "critica" degli altri, giustificandola con la naturale diversità di vedute e di opinione, rispettando l'altro. Quando la faccenda diventa troppo personale ed intima, mi faccio prevaricare dall'ipotetico giudizio altrui, immaginando di considerarmi come un poveraccio, nella migliore delle ipotesi.
Questo lato del mio carattere sarà durissimo a morire, lo vedo come un'ostacolo enorme, un iceberg, di cui la punta rappresenta solo il niente della massa totale da scongelare.
Così, non farò altro che continuare a indurire il cuore verso gli altri e verso me, principalmente. Sarà difficile usare una comune fonte di calore per liquefarlo; dovrò andare direttamente di altoforno, sempre che funzioni.
mercoledì 7 ottobre 2009
2 euro 2 speranze
La vicenda che desidero raccontare oggi è lo scambio di una moneta da 2 euro tra me ed una vecchia conoscenza di questo blog.
Questa persona ora è mio collega di lavoro, è un buon amico ma ogni tanto mi ferisce pur facendolo involontariamente.
Mi ha portato una moneta da 2 euro tedesca con effigie speciale, per le celebrazioni dei 20 lander.
Ovviamente, l'ho ringraziato molto per il gesto, gli ho restituito il controvalore ma l'ho esortato a non istigarmi a collezionare anche le monete da 2 euro altrimenti sono tanti bei soldi che vengono meno!
Lui, che ha sempre qualcosa da dire, sempre e subito, risponde che la collezione è un valore e mal che vada sono soldi sempre spendibili in futuro, magari in caffè o a bere qualcosa specialmente quando smetterò di chiudermi a riccio e ricomincerò a pensare alle donne.
Grande! Ottimo modo per rovinarmi il resto della giornata (tanto per intenderci: abbiamo parlato di questo verso le 10 del mattino ...).
Sto proprio cercando di aprirmi, con immense difficoltà e con tempi lunghissimi ma non ne vedo via d'uscita.
C'è una ragazza che mi interessa molto, molto amica del vecchio inquilino di casa che ho sostituito e con il quale ho stretto una certa relazione d'amicizia, che spesso mi parla di lei.
Il problema è che non riesco a trovare un punto di contatto, non ce la faccio proprio. Mi sento bloccatissimo e più ci penso e più i blocchi aumentano.
Abbiamo bevuto un caffè assieme, una volta; sapeva che ero suo collega e che conoscevo Andrea dato che le aveva parlato lui di me. Quando ero ad Urbino, ho ricevuto una sua e-mail in cui mi chiedeva chi fossi.
Ho pensato che parlarne di persona sarebbe stato meglio, ecco come si è arrivati all'incontro.
Ovviamente le ho detto chi ero, tramite una foto, ma l'ho anche invitata per un caffè.
Ci siamo scambiati i profili su Facebook, l'indirizzo su MSN, ho provato una volta a chiacchierare con lei via internet e a domandarle se voleva prendere un altro caffè ma non ho sentito "mordente". Ci incrociamo solo un attimo a mensa, ci salutiamo, al massimo uno scambio di battute brevi. Poi, null'altro. Mi piacerebbe scoprirla di più, ma non so come fare, non trovo il coraggio di superarmi. Quell'unica volta che abbiamo parlato, ho scoperto che è una persona interessante con alcune attività comuni. Tramite Andrea, poi, ho saputo che abbiamo trascorso più o meno le stesse vicende sentimentali.
E' una ragazza che non passa inosservata e questo non mi facilita le cose, affatto.
Alle donne ci penso; chiudermi a riccio lo faccio in conseguenza di paure insormontabili.
Magari bastassero solo due euro per risolvere tutto!
Questa persona ora è mio collega di lavoro, è un buon amico ma ogni tanto mi ferisce pur facendolo involontariamente.
Mi ha portato una moneta da 2 euro tedesca con effigie speciale, per le celebrazioni dei 20 lander.
Ovviamente, l'ho ringraziato molto per il gesto, gli ho restituito il controvalore ma l'ho esortato a non istigarmi a collezionare anche le monete da 2 euro altrimenti sono tanti bei soldi che vengono meno!
Lui, che ha sempre qualcosa da dire, sempre e subito, risponde che la collezione è un valore e mal che vada sono soldi sempre spendibili in futuro, magari in caffè o a bere qualcosa specialmente quando smetterò di chiudermi a riccio e ricomincerò a pensare alle donne.
Grande! Ottimo modo per rovinarmi il resto della giornata (tanto per intenderci: abbiamo parlato di questo verso le 10 del mattino ...).
Sto proprio cercando di aprirmi, con immense difficoltà e con tempi lunghissimi ma non ne vedo via d'uscita.
C'è una ragazza che mi interessa molto, molto amica del vecchio inquilino di casa che ho sostituito e con il quale ho stretto una certa relazione d'amicizia, che spesso mi parla di lei.
Il problema è che non riesco a trovare un punto di contatto, non ce la faccio proprio. Mi sento bloccatissimo e più ci penso e più i blocchi aumentano.
Abbiamo bevuto un caffè assieme, una volta; sapeva che ero suo collega e che conoscevo Andrea dato che le aveva parlato lui di me. Quando ero ad Urbino, ho ricevuto una sua e-mail in cui mi chiedeva chi fossi.
Ho pensato che parlarne di persona sarebbe stato meglio, ecco come si è arrivati all'incontro.
Ovviamente le ho detto chi ero, tramite una foto, ma l'ho anche invitata per un caffè.
Ci siamo scambiati i profili su Facebook, l'indirizzo su MSN, ho provato una volta a chiacchierare con lei via internet e a domandarle se voleva prendere un altro caffè ma non ho sentito "mordente". Ci incrociamo solo un attimo a mensa, ci salutiamo, al massimo uno scambio di battute brevi. Poi, null'altro. Mi piacerebbe scoprirla di più, ma non so come fare, non trovo il coraggio di superarmi. Quell'unica volta che abbiamo parlato, ho scoperto che è una persona interessante con alcune attività comuni. Tramite Andrea, poi, ho saputo che abbiamo trascorso più o meno le stesse vicende sentimentali.
E' una ragazza che non passa inosservata e questo non mi facilita le cose, affatto.
Alle donne ci penso; chiudermi a riccio lo faccio in conseguenza di paure insormontabili.
Magari bastassero solo due euro per risolvere tutto!
venerdì 2 ottobre 2009
La vita
Stavo risistemando lo spazio sul mio computer, oggi pomeriggio.
Sono rimasto meravigliato dal fatto che metà dello spazio disponibile l'ho occupato in canzoni!
Ho aperto la cartella per sentirla tutta mentre rifacevo ordine.
Il primo brano andato in esecuzione in realtà è stato un video.
Era lo spot della nuova 500.
Video molto particolare ...
E' stato trasmesso 4 luglio 2007, lo ricordo bene perchè in tutti i giorni 4 dei mesi di maggio, giugno, luglio ed agosto di quell'anno successe sempre qualcosa che mi ha segnato a vita ...
Queste parole non le ascoltavo da tantissimo, non ne ricordavo neanche il video.
Forse, inconsciamente, mi sono rimaste nella testa in questi due anni e mi hanno aiutato a maturare e far mio il pensiero che volevano esprimere.
Come confrontarmi per stabilire se sono cresciuto e maturato attraverso queste esperienze?
La vita è un insieme di luoghi e di persone che scrivono il tempo.
Il nostro tempo.
Noi cresciamo e maturiamo collezionando queste esperienze.
Sono queste che poi vanno a definirci.
Alcune sono più importanti di altre, perché formano il nostro carattere.
Ci insegnano la differenza tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
La differenza tra il bene e il male.
Cosa essere e cosa non essere.
Ci insegnano chi vogliamo diventare.
In tutto questo, alcune persone e alcune cose si legano a noi in un modo spontaneo e inestricabile.
Ci sostengono nell’esprimerci e nel realizzarci.
Ci legittimano nell’essere autentici e veri.
E se significano veramente qualcosa, ispirano il modo in cui il mondo cambia e si evolve.
E allora, appartengono a tutti noi e a nessuno.
Sono rimasto meravigliato dal fatto che metà dello spazio disponibile l'ho occupato in canzoni!
Ho aperto la cartella per sentirla tutta mentre rifacevo ordine.
Il primo brano andato in esecuzione in realtà è stato un video.
Era lo spot della nuova 500.
Video molto particolare ...
E' stato trasmesso 4 luglio 2007, lo ricordo bene perchè in tutti i giorni 4 dei mesi di maggio, giugno, luglio ed agosto di quell'anno successe sempre qualcosa che mi ha segnato a vita ...
Queste parole non le ascoltavo da tantissimo, non ne ricordavo neanche il video.
Forse, inconsciamente, mi sono rimaste nella testa in questi due anni e mi hanno aiutato a maturare e far mio il pensiero che volevano esprimere.
Come confrontarmi per stabilire se sono cresciuto e maturato attraverso queste esperienze?
La vita è un insieme di luoghi e di persone che scrivono il tempo.
Il nostro tempo.
Noi cresciamo e maturiamo collezionando queste esperienze.
Sono queste che poi vanno a definirci.
Alcune sono più importanti di altre, perché formano il nostro carattere.
Ci insegnano la differenza tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
La differenza tra il bene e il male.
Cosa essere e cosa non essere.
Ci insegnano chi vogliamo diventare.
In tutto questo, alcune persone e alcune cose si legano a noi in un modo spontaneo e inestricabile.
Ci sostengono nell’esprimerci e nel realizzarci.
Ci legittimano nell’essere autentici e veri.
E se significano veramente qualcosa, ispirano il modo in cui il mondo cambia e si evolve.
E allora, appartengono a tutti noi e a nessuno.
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