Gran rabbia oggi al lavoro.
Avrei voluto non sentire "di nascosto" quanto veniva detto dal mio capo e da un senior al mio collega di lavoro nonchè amico conosciuto a Ferrara.
Io ero ad evaporare del solvente alle spalle della scena: la cappa dove il mio amico stava lavorando.
Il mio capo lo cercava per dirgli e chiedergli qualcosa. Parte di quel discorso me lo ha riferito il mio stesso amico, dato che non trattiene nulla dei discorsi che lo riguardano.
Il discorso è partito dalla conferma di Michele sul posto di lavoro. In questi giorni scadrà il suo periodo di prova di tre mesi e son contento per lui che non lo mandino via, evento raro ma non impossibile visto che una sola volta è accaduto da quando ci sono anch'io in quest'ambiente.
I discorsi successivi riguardavano una sua carissima amica, la stessa che l'ha invitato a candidarsi in università a Ferrara. Lui sta cercando di farla rientrare in Italia, spargendo il CV al lavoro, in modo da potersi accaparrare un contratto di sostituzione di maternità, dato che in questo periodo ci sono due ricercatrici in stato interessante. Gli hanno chiesto come conosceva la ragazza, come lei l'avesse fatto arrivare dal mio prof e di cosa si stava interessando in ambito lavorativo.
Poi, dalla mia postazione al rotavapor, non so come il mio capo ha tirato fuori il discorso sul mio vecchio ricercatore con il quale ho avuto il piacere e l'orgoglio di lavorarci assieme per quasi tre anni e con il quale ho stretto un certo legame di confidenza, non profondo ma comunque buono.
Ha chiesto qualcosa sul suo attuale progetto di ricerca, di quanto se ne intendesse e cose così.
Ripeto, i nessi tra i tre discorsi non li ho ascoltati.
Mi ha fatto davvero tanta rabbia che queste domande sul progetto del mio vecchio ricercatore fossero state rivolte a lui e non a me.
Mi ha fatto credere che non sia mai stato a Ferrara, come se le mie memorie fossero state frettolosamente cancellate, come se io non potessi sapere nulla di quanto accada ora in dipartimento. Questo mi ha rattristato veramente tanto.
Loro non sanno, invece, che io sto aiutando nei limiti delle mie possibilità il mio vecchio ricercatore per trovargli un partner aziendale da dedicare al suo progetto di ricerca, mandandogli proprio il contatto del mio capo per potergli illustrare il progetto in corso.
Mi sono sentito ancora una volta estremamente poco considerato dalla parte di chi detiene il comando, perchè già in passato avevo proposto un contatto tra le due parti e perchè "my boss" sa che durante il dottorato ho lavorato proprio per e con lui.
E' come se fossi stato tagliato fuori ancora una volta.
Potrei pensare che l' abbia fatto perchè io sono troppo coinvolto nella vicenda o perchè sa fin troppo bene cosa penso del mio carissimo ricercatore, volendo sentire così una campana diversa. Questo però mi sfiducia, mi da il sapore che quello che dico non sia giusto o da prendere in considerazione.
Questo discorso lo ripeteva Lei, quando mi accusava di essere sentimentalmente parziale e fazioso, perchè coinvolto.
Rabbia, rabbia e rabbia!
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