sabato 13 novembre 2010

La mia vera paura

Oggi, per la prima volta, ho commentato il post di un altro blog.

Seguo i suoi scritti da qualche mese perchè li trovo interessanti, a volte mi immedesimo nei suoi pensieri e nelle sue ansie.

Questa persona ha paura di un cambiamento che, spero per lui, possa verificarsi al più presto.

Ho imparato che cambiare non deve essere motivo di paure: stimola la crescita personale, mi aiuta ad affrontare e superare le difficoltà che mi creo con il pensiero ed anche quelle oggettive.
Io sono sempre più convinto che, inconsciamente, tutti gli uomini abbiano un "codice di sopravvivenza" regolato da geni, che si attivano nel momento in cui stiamo entranto in un'area di turbolenze. Se siamo bravi a farci guidare da questo istinto, usciremo fuori dai problemi e dalle paure, prima o poi. Dobbiamo solo seguire l'istinto di sopravvivenza.

Per quanto mi riguarda, sulla base delle mie esperienze ho scorporato l'oggetto cambiamento in due grossi insiemi: cambiamenti indipendenti e cambiamenti dipendenti dagli altri.

Dei primi, oramai ho pieno controllo e l'ultima esperienza vissuta, cioè il trasferimento da Siena a Genova, è stato il fatto che ha definitivamente sancito la mia totale autonomia decisionale.

Delle seconde, invece, purtroppo ho ancora molto da imparare e da gestire.
Questo tipo di cambiamenti li desidero ma non riesco a realizzarli.
La mia più grande paura è quella di rischiare quando in mezzo ci si trovano persone che ruotano attorno al motivo del cambiamento desiderato.
La paura più grande riguarda il rischio nel dichiararsi alla persona verso cui si prova interesse: è enorme, ed è tale da generarmi un'infinità di paure e di bloccarmi totalmente.

Dicevo a Enzo: la novità è sempre un grosso stimolo per affrontare il cambiamento; il cambiamento aiuta a scoprire meglio chi siamo, perchè ci mostra aspetti a cui prima di questo momento magari non avevamo mai minimamente pensato; affronta il cambiamento senza grilli per la testa e goditi momento per momento tutte la novità che si presenteranno, lasciandoti trasportare dall'istinto.

Spero quanto prima di realizzare quel cambiamento che sto ricercando da molto tempo.
Vorrei che i due insiemi convergano in un unico grande contenitore per sentirmi pienamente soddisfatto.

3 commenti:

Enzo ha detto...

Caro Andrea, doppio grazie da parte mia. Sul mio, e sul tuo blog. Quello che tu dici a proposito dei cambiamenti dipendenti dalla volontà degli altri mi fa riflettere. Mi concentro sul verbo da te utilizzato: "rischiare". La mia paura di rischiare ha sempre esulato dal campo dei rapporti umani. Diciamo che sul fronte della relazioni sono sempre stato un istintivo, un passionale e la paura l'ho quasi sempre ignorata. Mi sono sempre buttato, anima e cuore. Ben diverso il quadro sul fronte più prettamente materiale, lavorativo, e via dicendo. Qui, una scarsa autostima e la totale sfiducia in me stesso, ha bloccato alcune scelte, spesso decisive, creando a lungo andare un senso di insoddisfazione totale. E questo ti fa capire il perchè delle mie paure attuali. Sto imparando a crescere e a capire quanto valgo. Ho paura che le mie scelte possano avere ripercussioni sulla mia vita di relazione che non è eccelsa ma poggia su alcune persone per me fondamentali. Non dovrei avere paura, lo so.
Spero davvero che ciò che ti muove verso la persona cui sei interessato sia così forte da scavalcare il muro del rischio.
Un caro saluto,
Enzo

Plusminus ha detto...

Ciao Enzo,
grazie anche da parte mia per aver risposto al mio commento e, soprattutto, per esser diventato seguace del mio blog :)
Hai appena vinto un doppio primo premio: per il primo commento lasciato e per essere il primo follower, dopo 2 anni dall'inizio delle mie attività.

Sai, in comune abbiamo la scarsa autostima verso noi stessi ma la esprimiamo in modi differenti: tu sul piano personale, io su quello interpersonale. Sta di fatto che pesa esattamente allo stesso modo sulle nostre volontà e sui nostri desideri.

L'argomento "rischiare" l'ho espresso molte volte nei miei interventi, l'aspetto sentimentale è qualcosa a cui do un'importanza primaria, più di qualsiasi altra cosa, ma ancora faccio molta fatica ad esprimerlo. Probabilmente, saranno state le bastonate amorose prese fin da giovane ad inibirmi, adesso.

Mi farebbe molto piacere continuare a sentirci e a leggerci sui rispettivi blog.

Grazie ancora del tuo intervento.

Andrea

Enzo ha detto...

Caro Andrea, sarà un piacere avere la possibilità di continuare a rimanere in contatto grazie alla reciproca lettura delle nostre vite, trasformate in piccoli ma intensi "passi" scritti su questo foglio elettronico. Ahimè, temo che le bastonate lascino ferite mai rimarginabili a meno che non si scelga di non girare troppo la testa ed il cuore al momento in cui ci sono state provocate. Puntare lo sguardo dritto a noi verso nuove possibili situazioni non significa dimenticare ma aiuta sicuramente a porre le basi per un vento di novità.