venerdì 5 giugno 2009

Basta poco, che ce vò? ...

... a rovinare un'intera giornata.

Tirocinio di emergenza. Finalmente, dopo esser passato a volontario effettivo nei servizi ordinari e ad aver superato l'esame finale del corso avanzato, ho iniziato il tirocinio di emergenza per il servizio al 118.

Pochi interventi e, per fortuna, di poco rilievo. Solo martedi sera, poco prima della fine del mio turno, è arrivata una chiamata con codice giallo.
La squadra è pronta ed è costituita dalla formatrice che ha tenuto il corso e da uno dei miei tutor.
Nel mese di giugno, non essendoci l'assistenza del medico a bordo, si ha il supporto dell'auto medica.

Siamo arrivati a casa dell'assistita. Io ho caricato sulle spalle lo zaino con tutto l'occorrente e la bombola d'ossigeno, pronto a salire al piano superiore della casa.
In attesa del medico, avevamo posizionato i tre elettrodi e stampato i tracciati. Su questa sequenza, mi sentivo alquanto sicuro perchè le volte precedenti, chi era con me mi aveva lasciato fare, seguendomi da vicino.
Dopo poco, è arrivato il medico.
Una sommaria visita, poi ha deciso di infondere una flebo e mi ha chiesto di preparargliela, essendo un tirocinante ed essendo la situazione poco critica.

Lo era, un pò, per me.

Intanto, mettere mano allo zaino è stato difficile; non impossibile, ma difficile. Avevo in mente dove poter trovare le cose necessarie, tipo l'agocannula, il rubinetto, la fisiologica e il deflussore. Ma c'erano due tipi di deflussori: quale prendere? Ho scelto io, in base a quanto avevo visto al corso.

Sapevo anche come si inseriva il deflussore nella fisiologica: in effetti, era una semplicissima operazione ma essendo la prima volta che la facevo, pensavo che sarebbe stato più opportuno che uno dei senior mi seguisse. Ma ... non trovando nessuno di loro a seguirmi ... ho lasciato tutto sul letto ed ho aspettato che l'infermiera del 118 si adoperasse a prepararla.

Tutto poteva sembrare un'azione lenta, ma in verità mi sono sentito investire dalle richieste. Non era solo la fisiologica l'unica richiesta: bisognava passare un ago all'infermiera perchè trovasse la vena, quindi vai a trovare il colore giusto dell'ago; poi, un laccio emostatico per l'infermiera; poi, avendo l'infermiera difficoltà a trovare la vena, le stesse richieste di ago e laccio venivano dal medico.

E me la sono cavata da solo.

Già solo per questo, mi ero sentito soddisfatto perchè con difficoltà ero riuscito a trovare tutto e a passarle avanti. Senza essere seguito da nessuno dei due senior.

Alla fine, la paziente è stata trasportata in ospedale per ulteriori accertamenti.

Nel tragitto, il medico chiacchierava del più e del meno con i due; io, a farmi i fatti miei, anche perchè non sapevo che dire.

Ad un certo punto, il medico si è girata e mi ha detto: " Sai, sull'ambulanza si passa il tempo parlando del più e del meno, non preoccuparti ". "Si, si, non c'è problema!", io in risposta.

Passiamo al dopo.

Abbiamo lasciato la paziente in ospedale e siamo rientrati in sede. Abbiamo quindi cenato. Poi, siamo partiti tutti assieme per far gasolio. Poco prima di arrivare al distributore, la formatrice, rivolgendosi a me, mi ha detto qualcosa come "sei stato fortunato ad aver trovato la dottoressa in forma come era questa sera, ti ha perfino fatto preparare la fisiologica; se te la giochi così con lei, entrerai nelle sue grazie!".
Io: "io non ho preparato la fisiologica, ho solo preso il necessario e li ho adagiati sul letto; è stata l'infermiera a prepararla. Non voglio ammazzare di embolia la prima persona a cui devo preparare la fisiologica".
Tutti si sono voltati verso di me. Non credevano a quanto avevo detto. Mi chiedevano il perchè di questo gesto. Non riuscivano a capacitarsi di questo mio comportamento. Erano convinti che l'avessi preparata io quella fisiologica, non avendomi visto e seguito.

Anzi, mi avevano lasciato completamente solo nel gestire tutte quelle richieste.

Che c'era poi di sbagliato, non lo so. Mi sono proposto (prima di fare troppo il saputello come mi viene sempre mosso contro) di osservare ed imparare bene il da farsi sul campo. Così mi sono comportato in quell'occasione, perchè non mi sentivo del tutto sicuro nel compiere quel gesto semplicissimo di collegare la sacca della fisiologica al deflussore.
" Ma come? non hai mai preparato la fisiologica? non l'hai mai fatto al corso? perchè non ci hai chiesto aiuto? noi eravamo li apposta per darti una mano"

Perchè non mi avete chiesto se avevo bisogno di aiuto, sapendo che sono un tirocinante? Mi sembrava che foste troppo impeganti per seguirmi.

E' bastato questo per rovinarmi la serata, per farmi sentire un deficiente; giudicato da persone che hanno almeno 10 anni di esperienza, contro 4 giorni dall'inizio del mio praticantato.
Passi che mi sono sentito solo; mi ha tanto ferito il sentirmi giudicato negativamente.

E così, pure quella piccola soddisfazione di aver avuto intuito nel trovare il necessario dentro allo zaino, non è stato sufficiente a risollevarmi il morale. La serata, ed anche i giorni a seguire, ormai erano guastati.

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