giovedì 18 giugno 2009

Research e Family Day

Sei mesi fa avevo parlato di come un'azienda funzioni allo stesso modo di un'orchestra. Fu l'occasione dell' incontro annuale aziendale.

Oggi, ancora una volta, c'è stato il meeting di metà anno.
Alcune parole e frasi sono rimaste ridondanti nella testa. Per le troppe volte che sono state affermate, per non credere a quelle parole.

Bisogna raggungere il successo ... il successo siamo noi ... noi siamo il valore dell'azienda ... la persona è al centro di tutto ... un'azienda non è una democrazia ... la democrazia sta fuori.

Successo. Sarà stata la parola più pronunciata, oggi. Una piccola società di 148 persone, di cui 100 ricercatori, che si atteggia a grande società farmaceutica, pur non sapendosi sostentare con le proprie forze economiche, ma avendo alle spalle una banca che sgancia quattrini. Onorevole l'idea di tagliare il cordone ombelicale da essa, ma fintanto che non si trovi un farmaco da commercializzare credo che si dovrebbe volare un tantino basso.
"Noi dobbiamo contribuire al successo. Noi, siamo il successo di quest'azienda, nonchè il suo valore".
Peccato, però, che come nella vita, puoi comunque suggerire le tue idee ma al 95% delle volte non vieni considerato. E comunque, lo fanno per permettere la nostra crescita ... o sbaglio?

Non ho la percezione positiva di tutte quelle parole dette. Davvero, mi sa solo che ci vogliono ingannare psicologicamente, farci credere che tutto sta andando per il verso giusto, convincerci che tutto andrà per il verso giusto e che noi siamo "diversi", "migliori" dagli altri perchè "con i nostri valori ci facciamo riconoscere nel mondo".

Ma valà ...

Mi sembrava un'assemblea di plagio collettivo.

Ma a parte questo, ciò che caratterizzava questa giornata era l'apertura agli estranei delle porte della società. Chiunque poteva portare famiglia, parenti e/o amici a visitare il nostro luogo di lavoro.
E' stato bello vedere l'azienda in maniera informale, con bimbi di tutte le età, come le persone, muoversi per i corridoi ed i piani, venire incuriositi a visitare gli esperimenti allestiti per loro e rimanere divertiti, con qualche bimbo spaventato ed addirittura in preda al pianto perchè voleva far da se gli esperimenti!

E' stato però tagliente vedere che la stragrande maggioranza dei dipendenti ha portato qualcuno, mentre io non avevo nessuno.
E' strano, ci pensavo poco prima, una volta ai tempi dell'università desideravo non avere nessuno dei parenti con me in occasioni importanti, come la laurea. Desideravo solo la presenza degli amici. Dopo il mio trasferimento a Ferrara, avendo compreso molti aspetti del mio carattere, desideravo avere qualcuno vicino a me ... finchè non ho cominciato a star male e a rinchiudermi nuovamente in me stesso, come nel passato remoto. Desideravo rimanere solo, avere magari solo le due persone più confidenziali vicino a me, come è stato nel giorno del mio dottorato ... oltre a desiderare principalmente la presenza di qualcuno che mi fosse affettivamente legato, non essendo possibile.
Oggi, desideravo veramente avere qualcuno con me. Ma, non avendo amici, non potevo invitarne; non avendo parenti vicino, non potevo invitarne; non avendo una donna vicino, non potevo invitarla.
Così, alla fine della parte ludica con gli esperimenti, mentre tutti scendevano giù in giardino per il rinfresco, io mi sono ritirato verso casa. Mi sarei sentito profondamente in disagio a stare in mezzo a così tanta gente senza avere nessun confidente vicino.

Qualcuno mi rimprovererà un giorno di aver perso un'occasione per stare assieme ai miei colleghi e conoscere nuove persone; ho solo seguito le mie emozioni che mi dicevano di stare lontano, di non sentirmi a disagio in mezzo a tanta gente.
Che era meglio ritirarsi nella mia solitudine.

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