venerdì 12 dicembre 2008

Disagio. Adagio. Ad agio.

Questo martedì in piscina non c'era il mio solito istruttore.
Matteo è un ragazzo molto simpatico, "fulminato", sicuro di sè, oggettivamente bravo nel nuoto.
Forse, pretende un pò troppo dai suoi allievi e questo mi fa sentire a disagio.
Sono certo che lo farà con l'intento di stimolare ed accrescere la voglia di migliorarsi ma non si rende conto che gli altri, al livello principiante, sono diversi da lui e non hanno necessariamente le sue stesse doti natatorie e fisiche.
Così, quando c'è Matteo, non sempre riesco a dare il meglio di me: perdo subito fiato perchè sono frenetico e mi stanco rapidamente, mi sento obbligato a dimostrare e a mettermi cattivamente in competizione. E vai con i "bonari" rimproveri. Puntualmente, interviene il mio istinto che mi dice che non devo dimostrare niente a nessuno se non a me, e quindi lascio scivolare tutti i suoi richiami, recuperando da quella naturale tendenza che avrei nel demoralizzarmi.
Le mie emozioni e sensazioni sono diametralmente opposte quando Matteo è assente e lo sostituisce un suo collega, come è successo martedì.
Questi è una persona molto accogliente e paziente, sa infondere molta fiducia in me stesso, non pretende che sappia nuotare con tecnica e precisione ma quanto meno di svolgere al meglio e quanto più a lungo possibile il movimento che mi illustra. Sa essere ampiamente gratificante quando riesco a soddisfarlo e comunque non mi fa mai pesare nulla se non dovesse succedere. Insomma, la sua tecnica è quella di andare adagio, seguendo un razionale semplice ma efficiente, facendomi sentire ad agio.
Non è un caso, secondo me, che questo istruttore insegni ai bambini ...
E così, alla fine delle mie vasche, mi sento di aver fatto tanto, mi sento soddisfatto nel provare un piccolissimo miglioramento rispetto alla volta precedente e torno a casa contento e desideroso di ritrovare nuovamente lui la volta successiva.
Il suo comportamento mi è in un certo senso "familiare".
Mi sforzo di fare altrettanto quando ho la possibilità di insegnare con le ripetizioni private. I ragazzi sono li da me perchè hanno delle difficoltà e fargliele notare certamente non li aiuta a "sbloccarsi" e a capire quelle poche e ricorrenti regole di base che si devono applicare dopo un breve ragionamento.
Scienza e nuoto hanno uno stesso denominatore comune.
Non solo.
Mi piace immaginare che tutta la vita ed ogni sua espressione si rapportino allo stesso denominatore comune.
Frequentemente, mi sento a disagio e fatico a godere della vita.
E' una responsabilità tanto mia, quanto di chi mi circonda.

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