giovedì 18 dicembre 2008

Rischiare

Oggi ho fatto qualcosa di diverso dal solito.
Specifico: per me è qualcosa di diverso in questo momento.
Sono stato a mensa prima del solito; alcuni miei colleghi pranzavano in compagnia e non c'era un posto aggiuntivo per me.
Mi sono sistemato da solo in un tavolo, con altre persone che conosco solo di vista e con i quali non ho mai scambiato due chiacchiere.
Qualche minuto dopo, giungono tre ragazze e si appostano vicino a me.
Sempre persone che conosco di vista, ma giusto con una di loro ho chiacchierato per qualche istante durante la cena aziendale della settimana precedente (solo perchè ero in compagnia degli altri miei colleghi).
Le ragazze chiacchierano, scambiano opinioni, fanno previsioni su cosa acquistare per i regali di Natale.
Io ascolto, distratto dalla mia "solitudine"; non partecipo.
Ascolto tanto i loro discorsi, quanto il mio silenzio interiore.
C'è una forza che vorrebbe far iniziare un dialogo con loro ... non so da dove cominciare ... ho paura di non sapere come iniziare.
Mi viene in mente che "quella ragazza" mi aveva accennato ad un corso di balli caraibici, così tento di partire da questo argomento.
Ma ho una assurda emozione: provo spavento.
Si, spavento di parlare e di temere che il dialogo non prenda avvio e che mi ignorino!
Cerco di rilassarmi, di pensare che "male che vada non è mia responsabilità", di prendere coraggio nell'esprimere le parole che ho in mente.
Poi ... le dico.
Le chiedo come va il suo corso di salsa cubana ed il discorso parte.
Sembrano tutte e tre interessate e contente: non ci si conosce tra i vari dipendenti dell'azienda: ognuno è ghettizzato, con i propri colleghi, nei vari dipartimenti, senza possibilità di scambio.
Mi domandano ed io rispondo, ed io domando loro.
A pranzo concluso, usciamo assieme dalla mensa, andiamo giù al distributore del caffè e si continua a chiacchierare.
Ci si saluta, ognuno ritorna al proprio lavoro e non ci si rivedrà per tutto il resto della giornata.

Ho provato davvero paura li seduto al tavolo, mentre mangiavo.
Paura di rischiare.
Mi sono sforzato di pensare al nulla in quei minuti trascorsi in compagnia delle tre ragazze; mi sentivo davvero strano, quasi stordito.
Parlavo molto pacatamente, come se mi vergognassi di esprimere i pensieri.

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