martedì 9 dicembre 2008

Questa strana parola ...

Avevo sempre pensato che comunicazione fosse sinonimo di parlare:
Quella persona sa comunicare = sa attirare a sè altre persone con la forza delle parole.
Nulla di più inesatto!
Ho incontrato persone che parlavano a "mitraglia", ma non c'era affatto comunicazione.
Probabilmente, prevaricazione verbale.
Ho così compreso che è estremamente riduttivo limitarmi ad identificare comunicazione con parole.
Un giorno, sono rimasto ipnotizzato da una definizione di comunicazione che ho scovato, così per caso, girovagando nella intranet della mia azienda:

La COMUNICAZIONE è
la CAPACITA'
di svolgere "azioni in comune"
quindi, di entrare in contatto con l'altro e di stabilire
una RELAZIONE
al fine di CONDIVIDERE
PENSIERI
SENSAZIONI
EMOZIONI
attraverso la comunicazione orale, scritta, di immagini, NON VERBALE e metaverbale.
Provo una sorta di ascesa perfezionista che parte dalla emozione e sale su, fino ad esprimersi tramite una parola, un gesto, uno sguardo, una posizione, un modo di vestirsi, un tono di voce: una qualunque manifestazione esteriore.
Mi ha toccato molto questa definizione perchè, secondo me, usa parole importanti che sono alla base di ogni amicizia e relazione sentimentale.
Probabilmente è il mio modo di agire quando ho la capacità di conoscere nuove persone: tutto nasce da una emozione provocato da qualcosa di caratteristico; comincio a "sondarne" il pensiero, il suo punto di vista, lo confronto con il mio; valuto se è cosa buona condividere con essa vecchie e nuove esperienze e allacciare così una relazione perchè sento di avere qualcosa in comune con quella persona.
Svolgere azioni in comune.
Comunicare.
Alla fine, senza rendermene conto, comunico.
Detto così sembra che sia un modo talmente pianificato che uso nel conoscere nuove persone.
No.
Ma è consapevolezza, cioè mi rendo conto che il mio meccanismo relazionale funziona così.
Con la speranza che ci sia condivisione. Compartecipazione. Comunicazione.
Chissà con quale intensità ed efficacia; è davvero sentita dal mio relatore? Cosa suscito in lui? Riesco ad accorgemene adeguatamente?
Posso dire che, attualmente, posso contare su 5 persone con cui comunicare.
Pochi ma buoni, probabilmente.
L'insoddisfazione è che sono tutti così lontani da me!
Ora sono solo, circondato da persone con le quali non riesco a trovare e provare emozioni in comune.
Non sento.
E' una predisposizione "negativa".
Sarà una predisposizione "naturale" o, chissà, "indotta".
So di certo che mi piace stare con la gente, sebbene mi accorgo di agire il più delle volte in "solitaria" quando ci sono molte persone attorno. Percepisco l'ambiente come poco familiare con la conseguenza che mi intimorisce, mi blocca.
Quando, poi, si torna ad essere un gruppo di pochi, con persone che percepisco "di fiducia", tutto cambia.
Mi sento in uno stato confortevole.
E riprendo a comunicare.

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